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CLIMAVIBE perché ti riguarda da vicino

CLIMAVIBE in pratica: cosa misuriamo, come lo elaboriamo e perché ti riguarda da vicino

Nel precedente articolo abbiamo visto perché misurare bene conviene e come CLIMAVIBE, il nostro progetto in collaborazione con Tetis Insitute (spin-off dell’Università di Genova), imposta una strategia solida con iChain come spina dorsale.

Qui entriamo nei dettagli più pratici: dopo essere stato testato in ambiente lagunare, il modello CLIMAVIBE mostra tutto il suo potenziale anche in ambito aziendale e territoriale. Scopriamo quindi che cosa misuriamo, come traduciamo i dati in KPI operativi e perché questo approccio può diventare un alleato concreto ben oltre la laguna.

Come iChain trasforma misure ambientali in segnali operativi

iChain raccoglie i flussi dalle stazioni in campo, normalizza i dati in modo che le serie provenienti da stazioni e periodi differenti siano confrontabili, li archivia in modo strutturato e li rende leggibili tramite dashboard, KPI e alert.

Se una criticità persiste, il sistema notifica per tempo, così chi governa il processo può intervenire prima che il problema diventi sistemico.

È questo passaggio, dalla misura al segnale operativo, a fare la differenza.

Per “leggere” uno stato ecologico complesso servono pochi parametri giusti, misurati bene e spesso.

In CLIMAVIBE il set di riferimento combina:

1. Parametri abiotici

I parametri abiotici sono stati rilevati da tre stazioni sensoriali posizionate in punti rappresentativi:

  • temperatura: indica condizioni termiche e stress stagionali;
  • salinità: fondamentale in ambienti di transizione come le lagune;
  • ossigeno disciolto (DO): misura la disponibilità di ossigeno per gli organismi;
  • pH: segnala variazioni acido-base che impattano processi biologici;
  • torbidità: riflette la presenza di materiale in sospensione (come sedimenti o alghe), che influisce direttamente sulla limpidezza dell’acqua e sulla vita degli organismi.

2. Parametri biotici

  • Praterie di fanerogame (piante marine con radici e foglie, simili a praterie sottomarine): la loro estensione è un indicatore chiave dello stato dell’habitat.
  • Ittiofauna: monitorata con videocamere subacquee per cogliere presenze/andamenti caratteristici.

Le misure abiotiche sono legate alle condizioni fisico-chimiche dell’acqua e dell’ambiente, e vengono acquisite con cadenza frequente (≈ ogni 20 minuti), così da cogliere dinamiche giornaliere e stagionali.

I flussi confluiscono automaticamente in iChain, dove vengono sottoposti a controllo qualità, conservazione sicura, analisi e visualizzazione tramite dashboard.

La piattaforma consente inoltre di storicizzare le informazioni, attivare notifiche intelligenti e condividere i dati in modo controllato con i diversi attori coinvolti.

Come l’indice LBI compatta i dati e guida le scelte operative

Un conto è misurare, un altro è decidere.

Per questo CLIMAVIBE utilizza il Lagoon Biodiversity Index (LBI), un indice 0–1 con classi di qualità e colori (verde/giallo/rosso/nero) che rende immediata l’interpretazione.

Può sembrare complesso, ma in realtà è molto intuitivo.

L’indice va da 0 (ecosistema in pessime condizioni) a 1 (ecosistema in condizioni ottimali).

Per facilitarne l’uso, i valori sono tradotti in un sistema a semaforo:

  • La biodiversità del tuo campo ha valori che corrispondono al semaforo verde? Ottimo, la situazione è in equilibrio e sotto controllo.
  • Le acque con cui irrighi i tuoi prodotti hanno un valore che corrisponde al rosso?

Le condizioni sono critiche: se questa situazione persiste nel tempo, bisogna intervenire subito.

In pratica, l’indice diventa uno strumento applicativo: chi lo consulta può valutare lo stato dell’ecosistema a colpo d’occhio e decidere come agire.

È vantaggioso perché compatta la complessità in un segnale leggibile da tecnici, operatori e management.

Permette di fare confronti mensili, stagionali e inter-annuali.

Inoltre traduce i dati in indicazioni pratiche su come intervenire, ad esempio programmando controlli aggiuntivi o avviando azioni correttive quando i valori si discostano dalle soglie di sicurezza.

Dalla misura alla gestione: esempi di utilizzo

Per questo caso specifico sono stati scelti questi parametri e questo indice, ma è importante sottolineare che si tratta di una metodologia operativa: gli elementi possono essere adattati o modificati in base al contesto e alle esigenze di chi gestisce. In pratica, il modello è flessibile e personalizzabile.

Usando il sistema applicato all’ambiente lagunare in CLIMAVIBE, ad esempio, potresti sapere:

  • Gestione idrica: pattern di DO e salinità durante ondate di calore suggeriscono modulazioni delle attività e misure di mitigazione.
  • Protezione habitat: andamento di torbidità e pH, correlato a eventi meteorologici o pressioni locali, aiuta a definire finestre temporali per attività potenzialmente impattanti.
  • Comunicazione & compliance: indicatori e storico strutturato facilitano il confronto con stakeholder e autorità (tracciabilità, auditabilità).

Perché questo approccio funziona anche altrove

La forza del modello non è nella “specificità lagunare”, ma nella struttura del flusso:

(1) Sensori/Osservazioni → (2) Piattaforma iChain → (3) Indicatori/Alert → (4) Decisioni.

Questo schema è riutilizzabile in contesti dove la qualità e la disponibilità della risorsa (acqua, suolo, habitat) sono critiche e vanno dimostrate con dati credibili.

In prospettiva, lo stesso impianto consente di integrare analisi predittive per individuare pattern nascosti e anticipare rischi.

Il punto, però, resta: prima si costruisce una pipeline dati affidabile, poi si sfrutta l’intelligenza dei modelli. Senza dati buoni, nessun modello funziona davvero.

Come cambia il lavoro dell’organizzazione

Adottare CLIMAVIBE non significa solo avere più dati, ma trasformare il modo in cui l’organizzazione reagisce, comunica e prende decisioni.

Ecco alcuni effetti immediati:

  • Velocità di reazione: gli alert permettono di intercettare le criticità in anticipo, evitando di scoprirle ex post.
  • Allineamento interno: gli stessi numeri, letti da funzioni diverse, fanno parlare la stessa lingua e facilitano le decisioni.
  • Credibilità esterna: tracciabilità, storico e standardizzazione rafforzano la solidità verso clienti, partner e autorità.

CLIMAVIBE dimostra che misurare bene è possibile senza appesantire l’operatività. Con sensori dove servono, iChain come spina dorsale, indicatori chiari e segnali d’azione, si passa dalla semplice “raccolta dati” alla gestione informata. E non finisce qui: lo stesso metodo può essere applicato in altri domini (acqua, suolo, biodiversità, carbon) con la stessa logica e scalabilità.

Vuoi vedere un set-up tipo con stazioni, flussi iChain, KPI e semafori applicabile al tuo contesto? Contattaci: possiamo preparare per te un percorso pilota e mostrarti come funziona nella pratica.

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