Un recente studio condotto da Bain & Company ed eBay rivela un dato sorprendente: un capo di moda accompagnato da un Digital Product Passport può raddoppiare il proprio valore di rivendita e generare fino al 65% di guadagno in più per il consumatore nel mercato second-hand.
Ma com’è possibile che una semplice etichetta digitale possa avere un tale impatto economico e strategico?
Nel post di oggi lo scopriamo partendo proprio dal settore fashion, dove tracciabilità, autenticità e sostenibilità stanno cambiando il modo di competere sul mercato.
Più fiducia, più valore con il DPP
La spiegazione è semplice: il Digital Product Passport aumenta la trasparenza.
Permette di accedere facilmente a informazioni tracciabili e verificabili sull’origine, i materiali, i processi produttivi e le certificazioni del prodotto. E questo fa tutta la differenza, soprattutto quando si parla di rivendita, riutilizzo o riciclo.
In un mercato in cui i consumatori sono sempre più attenti a sostenibilità, autenticità e impatto ambientale, il DPP diventa uno strumento di fiducia, che dà valore concreto a ogni fase della vita del prodotto.
Chi integra il DPP oggi, non sta solo rispondendo a un’esigenza normativa: sta costruendo un nuovo vantaggio competitivo, dove la trasparenza premia, fidelizza e genera opportunità economiche.
“I DPP non sono solo una verifica di conformità. Rappresentano un cambiamento radicale nel modo in cui il valore viene creato, acquisito e mantenuto durante il ciclo di vita di un prodotto.”
— Aaron Cheris, Bain & Company
Ma cos’è davvero il Digital Product Passport?
Il Digital Product Passport (DPP) è una misura prevista dal Regolamento europeo ESPR (2024/1781), pensata per accelerare la transizione verso un’economia circolare.
A partire dal 2027, sarà obbligatorio per diversi prodotti venduti nell’Unione Europea, tra cui:
- abbigliamento e calzature,
- batterie industriali,
- mobili,
- elettronica,
- materiali e prodotti da costruzione.
Le tempistiche varieranno da settore a settore, ma il principio resta lo stesso: rendere ogni prodotto tracciabile e trasparente, per tutto il suo ciclo di vita.
Il DPP è, in pratica, un vero e proprio passaporto del prodotto, accessibile tramite QR code o RFID, che contiene informazioni come:
- origine delle materie prime (paese, fornitore, filiera);
- composizione e trattamenti applicati;
- certificazioni ambientali e sociali;
- impatto ambientale stimato (carbon footprint, uso di acqua, energia, ecc.);
- istruzioni per la manutenzione e il fine vita (riuso, riciclo, smaltimento);
- eventuali riparazioni, ricondizionamenti o modifiche eseguite sul prodotto.
Questi dati dovranno essere aggiornati, interoperabili, in formato leggibile da macchina e registrati su una piattaforma europea ufficiale.
Il passaporto sarà accessibile non solo alle autorità, ma a tutti gli attori della filiera, compresi consumatori e partner commerciali.
Il settore Fashion & Luxury si sta già preparando
Sebbene il settore delle batterie sarà il primo a implementare formalmente il DPP, secondo la roadmap normativa, dal 2027 il DPP sarà obbligatorio anche per abbigliamento, calzature e accessori.
La Commissione Europea ha infatti identificato il tessile come settore prioritario: filiere complesse e forte impatto ambientale
Per le aziende del fashion significa ripensare il modo in cui raccolgono, archiviano e comunicano i dati di filiera, collaborando più strettamente con:
- fornitori terzisti,
- laboratori di confezione,
- piccoli artigiani,
- produttori di materie prime.
Non si tratta solo di rispondere a un obbligo di legge, ma di cogliere un’opportunità strategica.
Non solo compliance: come i brand si stanno già muovendo
Diversi brand stanno già sperimentando soluzioni digitali che anticipano i requisiti del DPP.
Non lo fanno solo per obbligo, ma per dare più forza alla relazione con il cliente.
Save The Duck e Rifò già oggi integrano QR code nei propri capi, rimandando a schede informative dettagliate su materiali, origine, sostenibilità.
Il DPP diventa così parte integrante dello storytelling di marca.
Permette di raccontare un prodotto attraverso i suoi dati, dando valore a ogni dettaglio: dalla provenienza della fibra, fino all’impatto ambientale del trasporto.
È un nuovo modo di costruire fiducia, autenticità e differenziazione, oggi sempre più premiato dal mercato.
DPP: quali strumenti digitali servono davvero?
ImpImplementare un Digital Product Passport va ben oltre l’inserimento di un QR code.
Richiede una vera e propria infrastruttura digitale, in grado di gestire il flusso continuo e strutturato di informazioni lungo tutta la vita del prodotto.
Le aziende dovranno dotarsi di:
- Piattaforme digitali interoperabili, capaci di raccogliere, aggiornare e trasmettere i dati richiesti dalla normativa;
- Standard condivisi per rendere i dati accessibili e leggibili lungo tutta la filiera;
- Strumenti avanzati di tracciabilità, basati su standard come EPCIS, RFID o tag NFC;
- Sistemi di protezione e controllo, per assicurare l’integrità dei dati e tutelare informazioni sensibili e know-how aziendale.
In questo scenario, iChain, la piattaforma Cloud/IoT sviluppata da Wiseside, rappresenta una risposta concreta.
iChain è già operativa in contesti complessi, pensata per gestire i dati di prodotto lungo tutto il ciclo di vita, dal design allo smaltimento.
La sua architettura è scalabile, interoperabile e allineata agli standard internazionali, pronta a supportare le aziende nella costruzione di un DPP trasparente, sicuro e condiviso.
Una leva per il business, non solo per la compliance
Il Digital Product Passport non è solo una scadenza da rispettare.
È una leva strategica per:
- comunicare trasparenza,
- valorizzare l’identità del prodotto,
- generare fiducia,
- differenziarsi in un mercato sempre più esigente.
È anche un’occasione unica per ripensare la governance della filiera, integrare dati frammentati, migliorare la collaborazione tra attori diversi e coinvolgere il cliente in un racconto più autentico.
Non aspettare che diventi un obbligo.
Il vantaggio competitivo si costruisce oggi, con scelte concrete e strumenti adatti.
Scopri come iChain può aiutarti a gestire il tuo Digital Product Passport in modo strutturato, efficiente e scalabile.
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Fonti di riferimento:
- Regolamento (UE) 2023/1542 – https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=CELEX:32023R1542
- Ecodesign for Sustainable Products Regulation (COM/2022/142)
- Commissione Europea – FAQ sul Regolamento Batterie (2023)
- GS1 – EPCIS and CBV Implementation Guidelines, Version 1.2 – https://www.gs1.org/standards/epcis
- European Environment Agency (EEA), Critical raw materials and circular economy (2023)
